Come un solco su un disco.

Pubblicato il 6 Marzo 2013

Come un solco su un disco.

Ciao,

come stai? Mi è capitato di pensare a te tornando a casa. Nel solito tragitto, nella solita pioggia, contrastando i soliti fari. Fastidiosi e poco discreti, i fari la notte. Distolgono i pensieri. Ma salvano la vita, lo so che stai pensando questo.

Quanto tempo è che non ci sentiamo...Un po' mi sembra. Tanto da non sapere come cominciare a scrivere una lettera ad un amico. Perché quando perdi il ritmo di un rapporto, la confidenza si perde. Ti accorgi di aver saltato paragrafi interi della tua vita, dando per scontato che prima o poi li avresti raccontati a chi, per certo, ne avrebbe avuto cura. Non è mai così...Non lo è mai. Il tempo che ti vede immobile nelle vite degli amori veri non lo recuperi più. E' così malinconico. Se ci pensi, se ti fermi a pensarci su non ti prende la nostalgia? No?

A me si. Così, mi sono detta, e deve essere stata Tiziana Ghiglioni che cantava Tenco alla radio a darmi un motivo in più, che avrei provato a recuperare il tempo, scrivendoti. Raccontandoti di me, del mondo che mi sta intorno, che non si ferma mentre aspetta che la tela che ha reso le nostre vite più vicine si faccia di nuovo più fitta. Perché le persone che sono state vicine non si perdono. Vicine, sotto un cielo estivo pieno di stelle.

Sai che ho deciso di farmi ricrescere i capelli? E te l'ho detto che ho finalmente preso il pc nuovo? No eh...E te l'ho detto che ora riesco a dormire senza aiuti? Nemmeno questo...Quante cose ho dimenticato di dirti. Stupide. Sciocchezze. Mie.

Ho votato, sai?

Ho votato. Non ho votato con la "pancia". Ho votato con la coscienza. E non sono soddisfatta comunque. Perché, di nuovo, ho preso atto, che alcune situazioni sono insanabili. Piano piano, si fa spazio dentro di me, la convinzione che ci sia poco, se non niente, da fare per il paese che amo. Perché so che questo è il posto in cui si tradiscono le speranze, millantando titoli e dimostrando di non credere abbastanza in se stessi e nelle proprie capacità, tanto da ritenere necessario mentire creandosi un'identità virtuale socialmente appetibile, spendibile. Sottolineatura del fallimento e ostentazione della capacità di ingannare. Questo lo squallido film cui abbiamo assistito in Italia negli ultimi mesi.

E sono questi i momenti in cui parlare con te, di ciò che mi angoscia, mi manca. Molto.

Sarebbe bello avere qualcosa di consolatorio in sostituzione della tua voce. Consolatorio come le fragole a maggio, come il cioccolato prima di andare a dormire, consolatorio e struggente come guardare il tramonto a Patù, consolatorio come camminare sulla sabbia respirando il mare. Consolatorio come fare l'amore con intenzione. Consolatorio come scrivere a te che sei in un momento complicato. Complicato, non per sempre. Passa sai...Passa. Rimarranno i segni, quelli si. Quelli evidenti desteranno curiosità in chi osserva solo la superficie. Quelli nascosti ad occhi miopi, ti avranno reso migliore.

Sai la cosa che mi è sempre dispiaciuto non poter condividere? Non ridere...Le rughe..Le rughe sul mio viso sono la mia storia. Ogni piccolo segno racconta qualcosa che non si può spiegare. E' un pezzo di vita che è lì, impressa come un solco su un disco. Come la racconti la vita? La conosce davvero solo chi ha camminato con te.

L'altro giorno, in un anticipo di primavera sono andata verso il mare. Mi sembrava di essere in debito d'ossigeno. E lo sai, da sempre, il mare mi calma.

Ti capita mai di sentirti invisibile? Sai cosa mi fa sentire invisibile? Il silenzio. Che non è solo quello dei suoni. Il silenzio rende le cose non dette inesistenti. Il silenzio delle cose non dette spegne gli ideali. Il silenzio delle cose non dette mette il buio mood on ai sogni. Il silenzio divide le persone. Cancella i propositi..

Sto ritardando il momento dei saluti...

Come si saluta in una lettera che non sia commerciale e che non sia un post di Face Book? Non me ne ricordo più...

Allora...ciao. Scrivimi.

Scritto da Tiziana d'Errico

Con tag #scrivere, #mentire, #mare, #amico, #lettera

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